Olimpiadi Milano-Cortina 2026, per la Dda di Milano è già allarme ‘ndrangheta

Read Time2 Minute, 25 Second

MILANO «Non c’è altro tempo da perdere».
È allarme dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano sulle misure anti infiltrazioni mafiose in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026. A intervenire – per sollecitare un protocollo d’intesa tra enti organizzatori e le imprese coinvolte nei lavori sul modello di Expo’ 2015, magari coordinato dalla Prefettura – è stata la responsabile Dda di Milano, il pm Alessandra Dolci, ascoltata stamane dalla seduta congiunta delle commissioni Olimpiadi e Antimafia di Palazzo Marino.

Dolci ha ricordato che in particolare la criminalità calabrese, la ‘ndrangheta, è attiva nel movimento terra, e che attraverso il traffico di camion e autisti – come emerso anche da passate indagini – «esercita il controllo del territorio, una cosa inaccettabile». I controlli spetteranno alla polizia locale e a gruppi interforze gestiti dalla Prefettura. Rispetto alle possibili resistenze delle imprese ad aderire al protocollo il magistrato si è detto ottimista: «Credo sia un argomento convincente per molti soggetti privati» accettare un sistema di controlli che «eviterà loro misure di amministrazione giudiziaria che altrimenti sarebbero disonorevoli» e inciderebbero sulla reputazione, dunque sulla capacità di stare sul mercato.

L’adesione volontaria ai controlli stabiliti dal protocollo, hanno convenuto un po’ tutti i consiglieri, in particolare Enrico Fedrighini (Sala sindaco) avrebbero l’effetto «di fare emergere tutta la catena dei subappalti. Chi non risponde sceglie l’opacità» e di conseguenza attira su di sé il faro dell’attività inquirente. Per coordinare l’adesione delle imprese private i presidenti delle due commissioni, Rosario Pantaleo (Antimafia) e Alessandro Giungi (Olimpiadi) hanno convenuto di convocare quanto prima in commissione l’ente privato organizzatore, e cioè la Fondazione Milano-Cortina. Disco verde al protocollo dalle opposizioni di centrodestra. L’ex candidato sindaco Luca Bernardo ha sollecitato l’accordo «bipartisan» dell’aula «anche perché Milano nei prossimi 5-10 anni subirà la trasformazione urbanistica più importante d’Europa»; Chiara Valcepina (Fdi) ha evidenziato il positivo «effetto trascinamento» del protocollo da un’impresa che aderisce all’altra che deve ancora farlo.

A indurre la responsabile Dda a fare fretta ai consiglieri anche il fatto che i cantieri 2026 sono in piena attività. L’ex presidente della commissione Antimafia di Palazzo Marino, David Gentili, ha ricordato che sono in via di conclusione le bonifiche dei terreni a Porta Romana e Santa Giulia, dove operano grandi gruppi che possono dare l’esempio virtuoso a tutte le altre aziende: «Rinascimento ci aveva dato garanzie, Coima non siamo riusciti a convocarla perché si stava chiudendo il mandato». Ma su Porta Romana operano anche Convivio e Prada. Il protocollo dovrebbe poter essere sottoscritto anche da chi non è socio Ance-Confindustria, nonostante Assolombarda sia stata una delle associazioni protagoniste del protocollo Expo’ 2015. A preoccupare Pantaleo anche la natura dei cantieri Olimpiadi, molto più diffusi di quelli Expo. «Allora, semplifico – ha detto – c’erano un’entrata e un’uscita, per le Olimpiadi ci sono decine di cantieri» diffusi sul territorio.

0 0
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *